Chirurgia Laparoscopica

La chirurgia laparoscopica è una forma di chirurgia mini invasiva, in cui gli interventi addominali vengono eseguiti “ad addome chiuso”. L’accesso alla cavità peritoneale avviene, previa insufflazione di anidride carbonica per distendere la parete e creare uno spazio di lavoro, mediante introduzione di cannule cilindriche, di calibro variabile, chiamate trocars (le più usate sono da 11, 12 e 5mm); queste, dotate di valvola, sono i canali attraverso cui si può inserire una telecamera e gli strumenti da lavoro (per esempio pinze, bisturi, forbici) per eseguire l’intervento.

La maggior parte degli interventi eseguiti con la chirurgia laparoscopica necessitano di almeno tre incisioni (una per la telecamera e le altri due per gli strumenti) ma, a seconda dell’estensione dell’intervento, spesso sono necessarie incisioni aggiuntive (nella chirurgia maggiore in genere sono 4-5).

A seconda dell’organo o delle dimensioni della lesione da asportare, è poi necessaria una minilaparotomia, che viene eseguita al termine dell’intervento, per l’estrazione del pezzo operatorio e che in genere viene eseguita in sede sovra pubica, dove la cicatrice poi non è più visibile ed il dolore minimo.

Il principio fondamentale della chirurgia laparoscopica è che, l’atto chirurgico che viene eseguito all’interno dell’addome, deve essere esattamente analogo a quello che verrebbe fatto a cielo aperto con la tecnica convenzionale. Cioè l’entità della resezione di un organo o di una neoplasia e dei linfonodi relativi, non deve essere minimizzata pur di riuscire con l’intento mini invasivo. La mini invasività ha senso, se la qualità oncologica del pezzo operatorio rimane inalterata.

Chirurgia Laparoscopica

Nella mia esperienza personale, moltissimi interventi di chirurgia generale possono essere eseguiti con questo approccio (Chirurgia Laparoscopica). In alcuni casi la laparoscopia è diventata una tecnica consolidata, direi quasi “obbligata” come nella colecistectomia, la nefrectomia, la surrenalectomia o la chirurgia dell’ernia iatale e del reflusso gastroesofageo (eseguite in tecnica mini invasiva in oltre il 90% dei casi); in altri tipi di chirurgia, come quella colo-rettale, la laparoscopia recita un ruolo sicuramente dominante, ma esistono ancora un buon numero di casi che devono essere eseguiti con tecnica tradizionale. Altri  interventi maggiori, come resezioni epatiche o pancreatiche possono, in alcuni casi, essere eseguiti con tecnica laparoscopica, ma a causa delle limitazioni della tecnica, ancora oggi in un elevato numero di casi devono essere affrontati con una chirurgia più invasiva della chirurgia laparoscopica.